Campetto

L’idea di questa collaborazione nasce nel maggio dello scorso anno.

Noi stiamo per salire sul palco e Lo Stato Sociale è venuto a vederci, scambiamo qualche battuta prima di appicciare gli amplificatori. Scopriamo un’atavica passione per la pallacanestro, retaggio genitoriale di chi negli anni Settanta e Ottanta ha visto la crème del basket, senza voler essere nostalgici a tutti i costi: erano gli anni dei primi giocatori americani a Bologna, era l’alba del tifo organizzato, delle scazzottate organizzate sui marciapiedi di via Calori, dei pullman in giro per l’Europa come vascelli del Sedicesimo secolo alla scoperta dell’al di là, di Bologna in Europa; di un basket senza il tiro da tre, un basket più giocato e meno fisico, di uomini che vivevano la pallacanestro come una missione, ché indossare una divisa aveva un significato quasi religioso.
Quella sera abbiamo scoperto un’amore comune per lo sport più bello del mondo e per una delle sue manifestazioni più interessanti, il campetto.
Un luogo dove non conta l’altezza o il proprio curriculum sportivo, ma solo ed esclusivamente il carattere, lo spirito agonistico.
Il basket è bello per questo.
La rivincita dei piccoli, la guerra dei nervi,  lo scontro delle facce di merda.
A quel punto non restava che scrivere un testo e musicarlo.
Prima di scendere sul cemento dei Savena e giocarcela nel gelo di dicembre.
Buona.
Giacomo Gelati
Altre di B

ALTRE DI B VS LO STATO SOCIALE – CAMPETTO

 LIVE PALADOZZA (BOLOGNA) 21.11.15